Il Corriere del Fantacalcio2.0 #5
20 anni di UdF
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IL GRILLO PARLANTE
Arieccoci! Dopo una
pausa leggermente più lunga del consueto, è vero, ma con rinnovato smalto.
(pare vero)
Prima di tutto, per chi se lo fosse
chiesto in questi giorni… la risposta è no! La Samantha che da quasi venti
giorni scorrazza nello spazio infinito non è la nostra Sam. Non ce la siamo
tolta dai marroni come qualcuno auspicherebbe, del resto i nostri risultati
anche recenti parlano chiaro. L’astronauta, prima donna italiana a
partecipare ad una missione del genere, si chiama Cristoforetti, è
aviatrice nonché ingegnere e pur non possedendo un grande appeal, immagino
che debba inconfutabilmente avere due palle così. Samantha nostra non ha un
cognome e non va nello spazio infinito. Spazia infinitamente, questo sì,
tra una nostra debacle e l’altra, affilando i tacchi a spillo che
puntualmente affonda nelle membra dello scommettitore di turno. Lucida la
sua inviolabile mutandina d’acciaio ogni sera. Con la stessa frequenza
cambia indirizzo e scheda telefonica. Non c’è verso di afferrarla.
E dire che quando l’ho ingaggiata
nutrivo un discreto ottimismo sul farle la festa con una certa periodicità.
L’epilogo della scorsa stagione,
grazie al Mago Maurizio dal Palazzo coadiuvato, ci ha tolti da un imbarazzo
che sarebbe stato insostenibile… ma il trend è tornato sensibilmente
negativo.
Noi ci mettiamo del nostro
nell’essere particolarmente sfigati, per non dire scarsi… ma la verità è
che Samantha è uno specchietto per le allodole. Sotto l’acciaio si cela un
sistema matematico e ben studiato che non permette remissioni a chi tiene
il banco. In sostanza Sam te la fa solamente annusare per definizione.
La storia è sempre la stessa che si ripete
nei secoli dei secoli… l’uomo insegue inutilmente piccole o grandi chimere,
se poi hanno un bel culo è ancora meglio.
Invece Astrosamantha
vola nello spazio… se hai bisogno ti lancia i componenti… ripara il bagno
della Soyuz e dopo lascia tutto in ordine… una
donna da sposare.
Se solo potessimo scambiarle…
cominceremmo a scommettere sulle stelle.
Gabriele
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Amici cidieffini, torna “Il Bello del
calcio” con la nuova inimitabile edizione della Sexy Champions
League. Una competizione di gran pregio, fondata esclusivamente
sull’esaltazione della meritocrazia, dove il solito becero, gretto
materialismo maschile lascia il passo alla sensibilità, lo spessore morale
e le doti tecniche delle partecipanti.
Archiviamo
il tiratissimo Girone C con la vittoria di Zaira Nara. Per lei il 32,8%
delle preferenze. Seconda per un soffio Melissa Satta
con il 32,1%. Eliminate per un solo voto Lara Alvarez e più staccata Luli
Fernandez.
Introduciamo
ora il Girone D: NATALIA, ex fidanzata di Radamel
Falcao; SIDONIE, moglie di Rami; ALICE, moglie di Jermaine Pennant; FIORELLA,
nuova fiamma di Pato.
Passano come
sempre le prime due.
Votate gente, votate. La
ragazza CdF 2014/15, come sempre, la deciderete voi.
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IL BELLO
DEL CALCIO 3
presenta
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GIRONE
D
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Natalia
Velez
(Ex R. Falcao)
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Sidonie Biemont
(A. Rami)
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Alice
Goodwin
(J. Pennant)
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Fiorella
Mattheis
(Pato)
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Per
votare e seguire nel dettaglio la
SEXY CHAMPIONS LEAGUE
visitare la sezione
Fantacalcio di www.creamweb.it
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FANTACOSE ED ALTRO
STAGIONE 1999/00
Il 6
ottobre 1999 muore Amália da Piedade
Rebordão Rodrigues. Forse
ai più non dirà molto… ma oltre ad essere la più importante esponente del
Fado e riconosciuta universalmente come la voce del Portogallo, posso
affermare che i suoi struggenti canti siano stati tra le mie maggiori fonti
di ispirazione nel periodo di scrittura dei “Diari della camioneta”, il racconto a puntate che accompagnò i Fantaeuropei 2004.
Il 14
ottobre Valentino Rossi vince il suo primo motomondiale in Classe 250. Il 3
novembre lascia questo mondo Romeo Anconetani, l’indimenticabile
Presidentissimo del Pisa. Acquistata la società nel ’78, ne diviene
Presidente solo nell’82 quando a seguito della vittoria italiana dei
mondiali spagnoli, viene concessa la grazia a tutti quei personaggi che
come lui erano stati precedentemente radiati dal calcio. Il Pisa tra le sue
mani vivrà l’epoca migliore della sua storia. Quali che siano i reati
sportivi a lui attribuiti in un lontano passato, nulla supera in
sconvenienza l'epilogo della sua presidenza. Nella stagione 1991-1992 infatti
tentò di fondere il Pisa con il Livorno, con l'idea di creare una società
di nome "PISORNO" con un virtuale bacino di utenza dalle enormi
potenzialità che, secondo lui, avrebbe potuto concorrere ai vertici del
calcio italiano. La nuova squadra avrebbe giocato a metà strada tra le due
città ma in territorio pisano, con un progetto per costruire un nuovo
stadio in una struttura da 40.000 posti, con ristorante, centro commerciale
e varie attività per il tempo libero. Non è necessario essere pisani o
livornesi per intuire che qualsiasi impresa impossibile sarebbe meno
improbabile di questa unione. Una rivolta popolare e diversi scontri
convinsero anche Anconetani dell'impossibilità di realizzare tale progetto.
Il 24
dicembre Papa Giovanni Paolo II apre la Porta Santa: inizia il Giubileo
2000.
Il
primo gennaio 2000, puntualissimo, inizia il nuovo millennio. Il
temutissimo Millennium bug che avrebbe dovuto mettere in crisi i sistemi
informatici di tutto il mondo non fa registrare nessun evento
significativo.
Il 18
febbraio al Senato della Repubblica viene approvata la legge sulla par
condicio. Il 22 marzo a Torino scompare Carlo Parola, onesto difensore a
cavallo degli anni 40/50, deve la sua eterna fama all’intervento difensivo
in rovesciata più celebre della storia, durante un Fiorentina-Juventus del
1950. La rovesciata di Parola è stata pubblicata in oltre 200 milioni di
copie con didascalie in greco e cirillico, arabo e giapponese ed è
puntualmente riproposta ogni anno sugli album Calciatori delle figurine
Panini.
Il 5
maggio 2000 muore Gino Bartali, immenso campione e grandissimo uomo. Il 26
giugno viene divulgato il terzo segreto di Fatima.
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Tre
giorni dopo, il cinema, il teatro e la televisione italiani perdono il suo
“mattatore” per eccellenza, Vittorio Gassman.
La
prima parte del 2000 è caratterizzata dall’uscita in Italia di pellicole
più che degne di nota come
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American
beauty (ancora Kevin Spacey sugli scudi e
premiato con l’Oscar) e Ragazze interrotte con il duo Winona
Ryder-Angelina Jolie (Oscar per la Jolie,
all’epoca ancora attrice). Il fenomeno mediatico è però di gran lunga
l’inquietante The blair witch
project, mentre un celebre monologo di Al Pacino in Ogni maledetta domenica
sopravvive con forza al film stesso.
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In
musica il 2000 segna l’esordio di una nuova band che farà strada.
Dall’album Parachutes, il loro primo in studio, i
Coldplay estraggono i singoli Shiver,
Yellow e Trouble… e proprio quest’ultimo
rappresenta letteralmente l’intera stagione…
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Stagione
che se eliminata dalla memoria non procurerebbe che benefici alla storia
dell’umanità intera. Per dovere di cronaca, d'altronde, il campionato
inizia il 29 agosto con la novità del doppio designatore arbitrale. Vengono
scelti Paolo Bergamo e Pierluigi Pairetto.
Sulla nuova
Inter di Marcello Lippi, rinforzatasi in estate grazie all'acquisto del
bomber Vieri, ricadono le maggiori aspettative. I nerazzurri andarono in
testa da soli alla quinta giornata ma furono ben presto superati dal duo
Lazio-Juventus che diede vita a un duello acceso fino all’ultimo. A
conquistare il titolo d'inverno, il 16 gennaio, fu la Juventus, con un
punto di vantaggio sui rivali.
Il 19
marzo, complice la sconfitta della Lazio in quel di Verona, i punti di vantaggio
della Juventus capolista diventano nove. Il campionato sembra finito, ma a
riaprirlo ci pensa il Milan che la domenica dopo batte i bianconeri con una
doppietta del capocannoniere Shevchenko, miglior marcatore del campionato
con 24 gol. La vittoria nello scontro diretto al Delle Alpi consente alla
Lazio di riavvicinarsi ulteriormente.
Si
arriva così all'ultima giornata di campionato, con la Juventus in vantaggio
di due punti di scena al Curi contro il Perugia e la Lazio impegnata in
casa con la Reggina, due provinciali già sicure della salvezza e senza più
nulla da chiedere alla stagione. Come da pronostico, i biancocelesti
sbrigano facilmente la loro pratica mentre, piuttosto inaspettatamente ciò
non accade in Umbria dove i bianconeri escono sconfitti per mano dei
grifoni di Carlo Mazzone in una partita passata alla storia: l'arbitro
Pierluigi Collina decise di sospendere le ostilità sullo 0-0 per
impraticabilità del campo causa forte pioggia, per poi farla proseguire non
appena il terreno ebbe drenato tutta l'acqua che aveva allagato lo stadio
perugino. Vibranti le proteste dei torinesi che chiedevano invece, come da
regolamento, la ripetizione. Alla ripresa del gioco i biancorossi, grazie a
un guizzo del loro capitano Alessandro Calori, fecero cadere la Juventus
sul traguardo di un torneo che fino a pochi giorni prima sembrava
ampiamente indirizzato verso Torino. In coda retrocedono Piacenza,
Cagliari, Venezia e Torino.
Il 2000
è anno di Europei. Il trofeo fu vinto dalla Francia, che in una finale da
incubo, batté per 2-1 l'Italia.
Reduci
dalla semifinale brivido con l’Olanda padrona di casa, gli azzurri passano
in vantaggio con Marco Delvecchio su cross di
Gianluca Pessotto, smarcato da un colpo di tacco
di Francesco Totti. Su un rinvio di Barthez dalla
tre quarti difensiva, nato da una punizione decretata dall'arbitro Anders Frisk, il francese Wiltord trova un gol con un tiro rasoterra angolato che
supera Toldo, al quarto minuto di recupero. Ai supplementari i francesi
vanno ancora in gol con David Trezeguet. Il suo è il golden
goal che vale alla Francia il secondo titolo di Campione d'Europa dopo
quello vinto nel 1984 a Parigi.
Trouble anche nel
Fantacalcio…
Ad
occupare la sedia lasciata vuota da Daniele è chiamato Maurizio Roselli,
detto il Mago, che pagherà lo scotto del noviziato con l’ultimo posto al
giro di boa. Chiuderà poi con un dignitoso quinto posto. L’avvento di
Maurizio capita nell’anno terzo di buio del più cupo oscurantismo mai
visto. Lo sguardo severo di Fabrizio è ammonimento per chiunque vi si pari
dinanzi. Le sue non sono rose contraddistinte da un particolare tasso
tecnico o da talenti eccezionali eppure risultano insuperabili. Quel che
dice puntuale si avvera, quello che vuole accada… inesorabilmente accade.
Una tirannia che ha in sé la “pietà” del Torquemada
e la “sfortuna” di Gastone de Paperoni.
Parte
male Soddu, alimentando sciocche aspirazioni
negli altri. Pietro e Gianfranco chiudono appaiati al comando la prima metà
del campionato. Segue Gabriele ad una sola lunghezza. La critica è
concorde: Fabrizio è distanziato e poco incisivo. Il nuovo millennio
risveglia speranze ormai sopite e qualcuno torna perfino ad uscire di casa
dopo il tramonto… un azzardo che sarà severamente punito. Uno ad uno gli
opponenti vengono spazzati dalla rimonta di Fabrizio. L’ultimo a capitolare
è Gianfranco che cede il passo alla 24° giornata, sconfitto nello scontro
diretto che risulterà decisivo. Il terzo scudetto consecutivo di Soddu è realtà!
Classifica finale 99/00:
Fabrizio 48, Gianfranco 45, Gabriele
e Pietro 41, Cristiano e Maurizio 33, Fabio 32, Roberto 29
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Della Coppa
Italia neanche a parlarne… Fabrizio è implacabile e nulla può il povero Fabio
nella doppia finale. Per la seconda volta Fabrizio Soddu
compie l’impresa di aggiudicarsi scudo e coppa, suggellando un ciclo
vincente impressionante. Escludendo il primo anno, dove le circostanze
rendevano impossibile ogni velleità, nei successivi quattro, Fabrizio non è
rimasto mai a digiuno, conquistando 3 scudetti e 3 Coppe Italia. Un buco
nero insaziabile che risucchia divorando tutto ciò che gli passi a tiro.
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Buco nero
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STORIE DELL’ALTRO SECOLO…
La
palla non è sempre tonda… a volte c’è dentro il coniglio.
Lo
disse Trapattoni anni fa, in un momento di particolare ispirazione. Fa
sorridere… è vero… ma le due storie che andrò a raccontarvi dimostrano come
in effetti il pallone spesso sia una sfera assai poco perfetta…
Moacir Barbosa Nascimento
nasce a Campinas, Brasile, il 27 marzo 1921. Comincia come ala ma presto
passa in porta. È considerato il miglior portiere del Vasco de Gama di tutti i tempi e come il migliore della sua
epoca.
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Barbosa
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Coraggioso,
dotato di un gran senso della posizione, sa bloccare il pallone in volo con
una mano ed è abile nel parare i rigori. Col Vasco vince una Coppa Campioni
del Sudamerica, decisivo proprio con un rigore parato al River Plate. Con lui tra i pali vinceranno anche il
Campionato Carioca per ben sei volte. È inevitabile che nel 1950, in
occasione del più importante
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evento
calcistico della storia del Brasile, sia Moacir
Barbosa Nascimento a difendere la porta della sua nazionale.
È il 16
luglio. Barbosa sta salendo le scalette che dagli spogliatoi portano al
campo del Maracana. Tra poco affronterà l’Uruguay di Alcides
Ghiggia nell’ultima partita dei campionati
mondiali. Il regolamento è diverso da quello attuale ed al Brasile basta un
pareggio per vincere il torneo. Un intero paese è in festa. Un epilogo
diverso non è lontanamente contemplato. Una Limousine per ogni giocatore,
col nome scritto sulla fiancata, è pronta per sfilare tra la folla al
fischio finale. Il giornale O Mundo ha messo in
prima pagina una foto della squadra titolando Estes
sao os campeoes do mundo… questi
sono i campioni del mondo.
Jules Rimet, il Presidente della FIFA, si è preparato un discorso
di premiazione solo in portoghese. Mezzo milione di magliette con la
scritta Brasil Campeao
sono state già vendute. Chissà… forse due di queste le stanno indossando
anche i futuri genitori del Kaiser, ignari di quello che sta per accadere
in campo, almeno quanto lo sono del fatto che tredici anni dopo avranno
insieme un maschietto che chiameranno Carlos.
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Carlos
Henrique Raposo, detto Kaiser, nasce a Rio de
Janeiro nel 1963. Al contrario di Barbosa, la sorte con lui è stata avara
di talento calcistico. Per dirla tutta… cresce dando del voi al pallone ed
è un’autentica pippa immonda. Forse lui non se ne cura, consolato da un
fisico atletico simile a Beckenbauer (si narra) da cui il soprannome
Kaiser, ma ciò non è abbastanza per spiegare come sia possibile che nel
1986 il
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Kaiser
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Botafogo gli offra il primo
contratto da professionista. Raposo ha una dote
che Barbosa non ha. Sa intrattenere pubbliche relazioni come nessuno.
Assiduo frequentatore delle notti di Rio, diventa punto di riferimento per
i calciatori che cercano un po’ di svago nella città brasiliana. Ottiene
così l’amicizia e riconoscenza di attrezzi come Romario, Edmundo, Bebeto e Renato Gaucho (il Portaluppi
della Roma), diciamolo… autentici puttanieri…
Così
grazie a Mauricio, amico d’infanzia ed ora idolo
della torcida del Botafogo, diventa calciatore.
Sì, ok… ma lui è una sega! Come superare questo piccolo impedimento? Fa dei
movimenti strani in allenamento, simula un infortunio e via di certificati
medici di un amico dentista. Non esistono ancora le risonanze magnetiche a
smentirlo. Zero presenze. Paradossalmente è proprio non l’aver giocato che
rende facile trovare un’altra squadra. Tocca al Flamengo
dell’amico Renato. Il trucco è sempre lo stesso. Un compagno compiacente lo
tocca in allenamento e lui svanga la stagione in
cambio di festini con grandi mignottone da lui
procurate. Grazie alla benevolenza di compagni e giornalisti, trova per
anni contratti a zero presenze e perfino i favori della critica. Si regala
esperienze speculari in Messico e Stati Uniti prima di ritornare in patria
al Bangù. E qui, al Bangù,
Kaiser si supera. L’allenatore, forse sospettoso, lo convoca nonostante la
forma precaria e nel secondo tempo lo manda a scaldarsi. Lui che fa? In
Amici miei il mitico Perozzi diceva: “Che
cos’è il genio? È fantasia, intuizione, decisione e velocità di esecuzione.”
Durante
il riscaldamento, ad un passo dall’esordio, riesce a litigare e fare a
botte con un tifoso avversario procurandosi l’espulsione diretta.
L’allenatore è furioso ma Raposo va da lui
dicendo queste incredibili parole: “Dio mi ha dato un padre e me l’ha
tolto. Ora che in te ho trovato un secondo padre non posso permettere a
nessuno di insultarti.”
Risultato…
bacio in fronte e rinnovo del contratto!
E così…
con una parentesi anche in Europa all’Ajaccio, 20 anni di carriera a questi
livelli senza mai giocare.
Barbosa
non usa espedienti e nessuno gli ha mai regalato niente. Per lui, primo
portiere nero della storia del Brasile, hanno contato sempre e solo le
parate. L’abbiamo lasciato sulle scalette del Maracana ed ora è tra i pali
a pochi minuti dalla gloria. Il risultato è fermo sull’1:1. Al
settantanovesimo Ghiggia scatta a destra e Julio Perez dopo essersi liberato con un dribbling lo serve.
Joao Ferrera detto Bigode gli corre contro.
Barbosa pensando ad un cross si sposta leggermente e l’asso uruguagio lo
fredda sul primo palo. È la tragedia che passa alla storia come Maracanaço. Almeno dieci persone vengono colte da
infarto e muoiono allo stadio, altre 56 nel resto del paese. Due spettatori
si suicidano gettandosi dagli spalti ed altri 34 suicidi sono certificati a
seguito della sconfitta. Non c’è assoluzione per giocatori e tecnico, ma il
vero capro espiatorio di una siffatta tragedia diventa proprio Barbosa.
Da
questo momento non passa giorno che qualcuno non gli ricordi le sue colpe e
non l’accusi. A distanza di decenni ancora è additato pubblicamente e
l’odio si tramanda di generazione in generazione. Racconterà che una sera
degli anni ’80 in un mercato, una donna lo indicava dicendo a voce alta al
suo bambino “Guarda figlio, quello è l’uomo che ha fatto piangere tutto
il Brasile!” Nel 1993 va a salutare la nazionale in ritiro e gli negano
l’accesso. In vecchiaia ha dichiarato: “Per la legge brasiliana la
massima pena è 30 anni. La mia galera dura da 50.”
Carlos
Henrique Raposo, detto Kaiser, oggi è un personal
trainer. Ha una pagina wiki a lui dedicata dove è
ricordato come il Forrest Gump del calcio
brasiliano. Ogni tanto la sua storia torna d’attualità e se ne compiace.
C’è chi lo considera un genio.
Moacir Barbosa Nascimento è
stato un campione. Poi il custode di una piscina. Un ictus l’ha “liberato” un
venerdì di aprile del 2000. Al suo funerale non c’era nessun dirigente
federale e neppure un calciatore.
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ALLA PROSSIMA PUNTATA
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