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News del fantacalcio

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News n. 167 del 28/06/2006 13.51.20

 

IL PIANTO DI MOGGIIL PIANTO DI MOGGI
Aspettavamo con ansia questo momento, consci del fatto che sarebbe giunto prima o poi.
Non un rimpianto, un mea culpa, un briciolo di moralità ammesso che abbia mai soggiornato nel sua testa almeno per un attimo.
Si è rifatto vivo, accusando ovviamente. Ma non sono poche le soddisfazioni che noi, amanti del calcio e delle piccole cose, sappiamo cogliere in queste righe.

"Sono qui per rispetto della mia famiglia, della Juve e dei milioni di tifosi che gioivano della forza della squadra. Non sono venuto a difendermi, ma la cattiveria di questo periodo ha dell'incredibile ed ha distrutto la mia famiglia". Sono queste le prime parole, che hanno preceduto le lacrime, pronunciate da Luciano Moggi in un'intervista con il conduttore di "Ballarò" Giovanni Floris. "Per due mesi sono stato mortificato da tutti, incolpato prima di essere giudicato. Sono stato crocifisso", ha detto ancora l'ex dirigente bianconero.

Una famiglia distrutta.
"Penso alla famiglia di mio figlio: L'hanno messa in crisi, laddove c'era la gioia di vivere adesso c'è il dolore". Il riferimento è a una circostanza che emerge dalle intercettazioni, quando Alessandro Moggi, parlando della giornalista tv Ilaria D'Amico, racconta a un conoscente: "Ho speso 10.000 euro per portarla a cena a Parigi ma è andata buca".

Il potere nel calcio.
"Il potere? E' una parola astratta, il calcio non dà potere. Il calcio mi ha dato lavoro, ma io ho dato un contributo importante alle società per cui ho lavorato". "Io padrone del calcio? Non ho mai partecipato ad un'Assemblea di Lega o di Figc se non come uditore o invitato, né tenevo a partecipare alle elezioni".

"Sono il capro espiatorio".
"Io e Giraudo sembriamo i mostri, eppure fino a poco tempo fa dicevano che eravamo i migliori. Forse proprio per preparare tutto questo". Poi Moggi lascia intendere che adesso nel mondo del calcio potranno succedere tante altre cose: "Moggi e Giraudo erano un piccolo fortino in cui ci si difendeva da tutto quello che poteva accadere".

"Mai chiesto un arbitro".
"Siamo andati a cena da Bergamo prima di Livorno-Juve, ma ci sono andati anche Facchetti, Tanzi e tanti altri. Ai designatori non ho mai chiesto un arbitro, volevamo soltanto che ci fossero i migliori arbitri e che la Juve non fosse danneggiata". Moggi ha anche spiegato il motivo per cui aveva dotato di un paio di schede private l'ex designatore Bergamo. "A Bergamo ho dato due ricariche, mi sono trovato a parlare di cose mie, della conduzione della Juve, dei problemi di mercato, dei biglietti omaggio. Usavo un sistema particolare per non fare sapere niente a nessuno. Temeva che i giornalisti potessero intercettarla - ha chiesto il conduttore-. Tutto si può fare" è stata la risposta di Moggi.

La Juve sapeva tutto.
"Non solo sapeva, ma sapeva anche le virgole. Non ho mai fatto qualcosa senza che la Juventus non sapesse. Ogni cosa veniva portata in Consiglio e discussa con Giraudo e Bettega. Ma questo accadeva perché erano cose lecite, non illecite".

"Attenti alle lobby".
"Adesso le lobby verranno fuori ancora di più", mette in guardia l'ex dirigente bianconero. "Quali sono le lobby? Ci sono i giudici che sanno tutto. Io posso solo fare riferimento al potere economico e federale, non posso dire altro. Che potere hanno le banche? Dipende dalle esigenze che hanno le società con le banche. Se mi chiede di Roma e Lazio, non le so dire. A noi, come Juventus, non servivano".

Galliani.
"Lui non pensava che uscisse tutto questo sul Milan. Le intercettazioni vanno fatte a 360 gradi. Solo intercettando tutto il sistema calcio si capirebbe come funzionano le cose. Se si intercettassero tutti i dirigenti, compreso Carraro, si capirebbe tutto". Moggi ha fatto riferimento al presunto problema che il Milan eserciterebbe attraverso i diritti tv. "Il problema del presidente di Lega è semplice" e si risolve "con un conciliabolo tra società di serie A e B. Dipende tutto dai diritti tv e decide chi ha il potere economico. La Juventus non ha potere, è una società che ha chiuso il bilancio sempre in attivo e non ha mai chiesto soldi alla proprietà".

La Gea.
"Sono ragazzini che non hanno il pelo sul petto. Non è vero che tutti i giocatori sono della Gea. L'interesse di ogni società è prendere i migliori per vincere. Quando si fa una squadra, si cercano i giocatori più forti. A volte, tra i giocatori migliori ci sono anche quelli della Gea. Quando si parlava di giocatori della Gea erano Giraudo e Bettega a trattare con mio figlio, non ero io. Il discorso va fatto a 360 gradi: ci sono altri che gestiscono decine di giocatori e fanno i direttori sportivi. Poi, però, si parla solo di Moggi".

"Carraro contro la Juve".
"Non è un timore, ma una certezza". Moggi punta pesantemente il dito contro l'ex presidente della Figc. "Abbiamo capito che qualcosa non funzionava. Avevamo scoperto che Carraro aveva detto di aiutare i club che portavano i voti. Questo abbiamo messo in atto, non per avere favore, ma per evitare degli svantaggi".

L'addio con la Juve.
Alla domanda su quale fosse il suo attuale lavoro, Moggi ha risposto con "studio" prima di precisare di non essere stato licenziato dalla Juve. "No, ho dato io le dimissioni sia dal consiglio di amministrazione che come direttore generale e da quell'ordinamento in cui non mi ritrovavo più".

Paparesta chiuso nello spogliatoio.
"Il sequestro di Paparesta è una barzelletta". Moggi è accusato di aver chiuso nello spogliatoio l'arbitro Gianluca Paparesta al termine della partita Reggina-Juventus del novembre 2004. "Io ho solo girato la chiave, poi ho detto all'assistente di riaprire la porta. Non ho chiuso Paparesta nello spogliatoio e sfido chiunque a dire il contrario. Quando dico è dimostrato da quanto affermato dai dirigenti della Reggina".

Il no a Borrelli.
Moggi spiega anche perché ha ritenuto di non dover comparire da Borrelli. "Non è una mancanza di rispetto nei confronti della Federcalcio e di Borrelli, non ritenevo plausibile fare l'interrogatorio anche perché Giraudo ha detto le cose che avrei detto io". Infine l'amarezza: "In queste settimane sono state messe in piedi persino delle rubriche, dipingendomi come il colpevole prima ancora del processo", ha detto ancora Moggi.

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